WIMBLEDON 2015, finalmente ci siamo

Analizziamo il possibile cammino dei favoriti e degli outsider

Quando arriva Wimbledon noi amanti del tennis ne sentiamo il profumo. Lo sentiamo settimane prima, tutto d'un colpo, andando via da Parigi per salire in Olanda o in Germania, e poi ancora nel tempio dell'erba, Londra, col Queen's ad anticipare Wimbledon. Cominciamo a vedere Murray e Federer imbattibili, Baghdatis trasformarsi in idolo, Isner e Karlovic prendere per magia 10 centimentri ancora (scherziamo ovviamente) e servire missili imprendibili. E' una sensazione ciclica di anno in anno che spesso si trasforma in realtà, ma che può anche illudere gli scommettitori, perché a Wimbledon nulla è scontato e per questo è lo Slam per eccellenza. Anche se negli ultimi 12 anni alla fine hanno vinto sempre i "fab4", mai dare nulla per scontato. Wimbledon nella storia ha regalato emozioni incancellabili (chiedete a Goran Ivanisevic), illusioni che restano per tutta la vita (Marcos Baghdatis) e segna spesso l'inizio di nuove epoche come quella del divino RF ai danni del leggendario Pete Sampras. L'ultimo nome da citare, presente e storico, è quello di Lleyton Hewitt, al suo ultimo Slam. L'australiano vinse Wimbledon 2002 in finale contro Nalbandian e si issò a numero 1 al mondo per poi lasciare in poco tempo lo scettro al più grande di sempre (nemmeno a dire chi è).

L'anno scorso le sorprese furono poche e la finale fu la più scontata (anche se ripetiamo che di scontato a Wimbledon c'è poco) con l'esito più probabile. Nole Djokovic sconfisse Roger Federer in 5 set. Sarà così anche questa volta?

Chi arriva in forma dei big?
Murray e Federer sono assolutamente i favoriti ad arrivare in finale, ma solo uno di loro potrà approdare, in quanto il tabellone li vede scontrarsi in semifinale.
Lo Sozzese viene dalla solita vittoria del Queen's, dove ha battuto Anderson in finale, Verdasco e Muller prima, e soprattutto viene da una grandissima stagione sulla terra culminata con la semifinale persa al quinto set contro Djokovic a Parigi. Per Murray un calendario davvero agevole a Wimbledon: Kukushkin subito, poi probabilmente Tsonga o il bombardiere Ivo Karlovic al terzo turno, Nadal forse e sottolineamo forse (questo Nadal, numero 10 al mondo col dritto che ha perso profondità) ai quarti. Se non dovesse esserci Nadal, potrebbe a quel punto esserci un nostro connazionale, Fabio Fognini (speriamo non si lasci scappare l'occasione di un calendario agevole come mai).
Roger Federer ad Halle ha dimostrato ancora di essere tra i favoriti sull'erba. Il suo mix tra Serve&Volley, servizio e gioco da fondo sull'erba, se al massimo della forma (ed è in forma da mesi) non ha eguali. Per King Roger l'unico ostacolo prima della semifinale è rappresentato da Tomas Berdych. già suo giustiziere nel passato londinese.

Il favorito per eccellenza resta però il numero 1 al mondo, Novak Djokovic: per lui il calendario riserva l'ostico tedesco Kohlshreiber in partenza, poi probabilmente Hewitt (come detto in precedenza all'ultima sua apparizione), Tomic al terzo turno e specialisti pericolosi come Cilic, Anderson o Isner agli ottavi. Tutto sinceramente alla portata di Nole, il quale vede nel primo vero rischio il giapponese Kei Nishikori nei quarti. Il Serbo in semifinale potrebbe ritrovarsi Stan Wawrinka, fresco vincitore del Roland Garros proprio ai suoi danni. Ma è una ipotesi molto remota, perché il suo rivale svizzero poco si adatta alle caratteristiche di questo torneo, avendo Wawrinka dei grandissimi colpi sulla terra (con preparazione più lenta del movimento) rispetto al "veloce" di Wimbledon. Più attendibile ritrovarsi uno specialista come Milos Raonic o il ragazzino terribile Kyrgios

Chi sono gli outsider e chi può far bene dei nostri connazionali?
Come ogni Wimbledon che si rispetti, spesso vale la pena scomettere (per quanto riguarda i singoli incontri) su chi si adatta meglio a questa superficie, senza lasciarsi scoraggiare dai precedenti sulla terra o dal ranking. Che poi questi tennisti sono pure quelli che probabilmente faranno più aces e regaleranno partite da "Over" a furia di portare i set ai Tie-break, complice l'impossibilità di breakkarli. Parliamo di gente come John Isner, Ivo Karlovic, Tomas Berdych, Jo-Wilfried Tsonga. Contro loro anche per Federer e Djokovic non sarà mai vita facile in quel di Wimbledon, ma difficilmente potranno vincere il titolo. Se non l'hanno ancora fatto (e nemmeno sfiorato) dopo più di dieci anni di carriera un motivo ci sarà.
Chi invece ha sfiorato il titolo qui è il cipriota Marco Baghdatis: era il lontano 2006, fu finale agli Australian Open contro Federer e semifinale a Wimbledon contro Nadal. Tanto talento, colpi stratosferici in quella stagione seguiti poi da anni di follie, racchette spaccate, squalifiche e abbandoni. Negli ultimi anni il "grosso" cipriota è tornato, spesso gioca bene, come la settimana scorsa a Nottingham dove è arrivato fino in fondo per poi ritirarsi contro Istomin. Non è testa di serie del tabellone, l'esordio lo vede contro un semi-specialista come Young: se va avanti attenzione perché dalla sua parte a parte Kyrgios e Raonic c'è poca roba.
Chiudiamo la rassegna spiegando il cammino del nostro Fognini, in quanto è l'unico dei nostri che può farci sognare: Ward, Troicki, Nadal e poi quarti contro Murray. A quel punto sarebbe impossibile. Ma alla fine dipende tutto da lui, anzi dalla sua testa.